La casa di Bernarda Alba
La storia, ambientata nella cocente Andalusia rurale degli anni trenta, narra della dispotica Bernarda, tiranna di chi le sta vicino, che in seguito alla morte del secondo marito impone alle cinque figlie femmine un rigoroso lutto di 8 anni, impedendo loro di uscire e di intrattenere rapporti con il mondo esterno alla casa.
Solo alla maggiore, Angustias, figlia del primo marito di Bernarda, cui spetta una parte consistente del patrimonio paterno, è concesso di maritarsi con Pepe il Romano, il più bel giovane dei dintorni, scatenando così l’invidia delle sorelle.
Ma tra le pareti di quella casa-prigione dove non entra il vento della via cova ben altro, un fuoco che non potrà essere domato, una tempesta in ogni camera e il giorno che scoppierà, saranno tutte travolte. Resterà solo il silenzio.
Scritta nel 1936, pochi mesi prima della morte del suo autore e rappresentata per la prima volta a Buenos Aires nel 1945, l’opera ha come tema portante il conflitto. Primo fra tutti quello tra la morale autoritaria e la sete di libertà delle nuove generazioni, soffocata quest’ultima dalla volontà di mantenere una facciata di dignitosa apparenza, ma anche quello tra uomini liberi e donne sottomesse in casa, e non ultimo quello tra classi sociali in cui i più forti umiliano sempre i più deboli. Una critica all’ipocrisia e al perbenismo che la rendono ancora attuale.
L’opera che utilizza un linguaggio fatto di immagini forti e cariche di sentimento, è intrisa di tanti simboli cari alla poesia di Garcia Lorca.